TOPOS E PROGETTO
Temi di archeologia urbana a Roma

Gangemi editore, Roma 1998


Presentazione di Franco Rella  
Apparati  a cura di María Margarita Segarra Lagunes



                                                         INDICE                 
Presentazione                                      p.   7
Premessa                                            p.  11
Il metodo                                             p.  15
La storia                                              p.  49
Il progetto                                            p.107
Conclusione (provvisoria)                       p.179
Apparati                                               p.185
Bibliografie                                           p.187
Indice dei nomi                                     p.199
Indice dei luoghi e dei monumenti          p. 203


Quando la città del passato, che cova silenziosa sotto la nostra attualità cittadina, riemerge improvvisa a imterrompere l'assetto urbano e il tessuto vitale delle sue dinamiche, si produce un impatto che può essere traumatico con conseguenze non sempre metabolizzabili. O, per contro, può offrire un’occasione di crescita qualitativa e di arricchimento identitario.  Riflettendo su alcuni casi concreti e complessi, come Matera o Lecce e, soprattutto, sulla significatività dell’archeologia urbana romana, questo libro ripercorre le incertezze, le proposte e le aspre contrapposizioni culturali che segnano l’inceppato svilupparsi della cultura della città, sottesa tra storia e progetto, procedendo verso la messa a punto di possibili percorsi ermeneutici che assumano il ‘riemerso’ della città sepolta come una formidabile e inesauribile chance di rilancio e di risignificazione antropologica.  Una nuova ‘donazione di senso’ garantita da accorti slanci progettuali, dislocati sui lenti percorsi aggiranti dell’interrogazione, piuttosto che sulle scorciatoie delle asserzioni.
Ciò che si verifica, a Roma sul caso estremamente significativo di Largo Argentina, è un approccio dialettico trans-disciplinare che si scopre via via emblematico, già nell’aprile del 1929, quando nel corso dei lavori di scavo archeologico guidati da Marchetti Longhi, emerge improvviso un gigantesco simulacro marmoreo, ad offrire all’Area Sacra un inatteso e rimasto tutt’ora misterioso genius loci.
E sarà il disegno urbano, a questo punto, a raccogliere le provocazioni provenienti, potenti e sommesse, dalla storia, per riproporle produttivamente, ad una società sempre a rischio di appiattimento nel quotidiano, come risorse da mettere a frutto in termini di qualità della vita.


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